L’utilizzo
di Imagold®
per
il raddrizzamento di immagini fotografiche digitali
Imagold® è un sistema di rilievo e catalogazione
che si basa sull’utilizzo di una tecnica fotogrammetrica semplice; esegue la
rettificazione di una singola immagine fotografica e la sua scalatura; consente
di eseguire misure sull’immagine raddrizzata e ricavarne disegni in scala.
Le
tradizionali tecniche di rilievo fotogrammetrico coinvolgono apparecchi
speciali per la ripresa, richiedono accurati rilievi di appoggio,
e attrezzature complesse per la restituzione, che va eseguita da personale
specializzato. Questi requisiti, desiderando risultati
di qualità, significano costi elevati e tempi non brevi.
Imagold®
invece:
-
consente l’impiego di
una fotocamera tradizionale per la ripresa (purché di buona qualità, a
pellicola o digitale)
-
richiede un numero
limitato di misure sul campo
-
è di rapido apprendimento ed
impiego
-
è facilmente utilizzabile da
chiunque
Il
raddrizzamento di immagini fotografiche trova il suo
campo d’impiego preferenziale nel rilievo di oggetti che siano riconducibili ad
una superficie piana, quali facciate
o strutture che si sviluppino su di un piano.
Gli
elementi dell’oggetto che si trovano sul piano scelto verranno
individuati e restituiti con la massima precisione raggiungibile, mentre quelli
che non si trovano sul piano saranno tanto meno precisi quanto più si
discosteranno dal piano stesso: saranno affetti da un errore somma di due termini,
uno dimensionale ed uno di posizione (errore di parallasse).
La
precisione raggiungibile nelle
misure eseguite sul piano che viene scelto per il
raddrizzamento può variare entro limiti assai ampi, in funzione di diversi
parametri:
-
geometria della ripresa (distanza della
fotocamera dall’oggetto, angolazione della ripresa)
-
qualità dell’immagine acquisita (se si tratta di una
fotocamera digitale: qualità dell’obiettivo, e del sensore; se si tratta di una
fotocamera a pellicola, qualità dell’obiettivo, della pellicola, della stampa
fotografica e dello scanner), impiego o meno del treppiede per la ripresa
-
misure d’appoggio (numero, disposizione e precisione)
Operando
nel modo descritto in seguito, abbiamo raggiunto una precisione intorno allo
0.1%, ma anche in modo più speditivo ci si può aspettare una precisione intorno
all’1-2%.
La
linea di mira della fotocamera deve essere il più possibile perpendicolare al piano da elaborare
I
limiti pratici di impiego per ottenere buoni risultati
sono descritti nell’esempio allegato: indicativamente è bene non scostarsi
dalla perpendicolare più di 20°-25°,
ed altrettanto vale per quanto riguarda l’inclinazione verso l’alto (o il
basso) della fotocamera . Se non è possibile rispettare questi limiti, il
programma consente di comporre un fotomosaico, su cui verranno
poi eseguite le operazioni grafiche.
I
risultati sono tanto migliori quanto meno ci si discosta dalla perpendicolare.
Per
una fotocamera a pellicola:
-
utilizzo di un
obiettivo non troppo spinto (lunghezza focale non inferiore a 28-35mm)
-
pellicola di bassa
sensibilità (ISO/ASA 100)
-
ripresa su treppiede
-
stampa su carta
lucida (massima nitidezza)
-
scansione alla massima
risoluzione possibile tale da non eccedere le dimensioni massime di 8192x8192pixel
Per
una fotocamera digitale:
valgono esattamente gli stessi criteri
delineati per la fotocamera a pellicola, con qualche variante:
-
obiettivo non troppo
spinto (equivalente ad un 28-35mm)
-
ripresa su treppiede
-
dimensione dell’immagine
non superiore a 8192x8192 pixel
Nelle
fotocamere digitali non esiste la pellicola, ma è comunque
possibile impostare la sensibilità; in questo caso la sensibilità impostata
conta meno, in quanto influisce sul “rumore di fondo” dell’immagine, e quindi
sulla resa del colore piuttosto che sulla nitidezza.
Da
quanto esposto sembrerebbe che la fotocamera digitale sia la scelta migliore,
permettendo di evitare i passaggi su pellicola, la stampa delle foto e la
scansione; si deve tuttavia notare che, allo stato attuale, i sensori delle
camere digitali non raggiungono ancora le prestazioni ottenibili dalla
pellicola tradizionale e che, soprattutto, gli obiettivi installati sulle
fotocamere digitali, pur soddisfacenti dal punto di vista fotografico, non lo
sono altrettanto dal punto di vista metrico, specie per quanto riguarda la
distorsione, cioè la capacità di restituire come tale
una linea retta.
Le misure d’appoggio
Desiderando,
una volta raddrizzata l’immagine, eseguire delle misure o ricavarne disegni in
scala, è necessario che siano eseguite alcune misure preliminari d’appoggio,
che serviranno per mettere in scala l’immagine raddrizzata.
Il
tipo ed il numero di misure da eseguire varia a
seconda del metodo di raddrizzamento che si intende (o si può) utilizzare, scegliendo fra i due disponibili:
geometrico ed analitico.
Il
metodo geometrico: se è possibile
individuare alcuni fili fissi, cioè almeno due allineamenti orizzontali e due verticali sul
piano o poco discosti da esso (per una facciata valgono, per esempio, gli
spigoli strutturali della facciata, allineamenti di davanzali o soglie, linee
marcapiano...), potremo utilizzare il metodo di raddrizzamento geometrico; in
questo caso è sufficiente un numero limitato di misure.
In
genere è consigliabile eseguire almeno
due misure che siano ben identificabili
sull’immagine, una orizzontale (p.es. la larghezza della facciata, da spigolo a
spigolo, oppure la distanza fra due lesene) ed una verticale (p.es. la distanza
fra una soglia e l’infradosso di una soletta; se ci sono linee marcapiano, è
utile conoscere la distanza interpiano, che si può misurare facilmente
all’interno).
Il
metodo analitico: se non è possibile
individuare fili fissi, si deve fare affidamento su un certo numero di punti di appoggio,
di cui si conoscono le coordinate, e che andranno quindi misurati. La scelta
dei punti va fatta in modo oculato, secondo i seguenti criteri:
-
i punti devono essere sul piano
(in effetti sono proprio loro che lo definiscono...)
-
devono essere ben
identificabili (p.es. spigoli di finestre, o simili)
-
devono essere “ben
disposti” (p.es. spigoli di finestre diverse e possibilmente lontane l’una
dall’altra – non sono consigliabili, perché troppo vicini, gli spigoli
di una stessa finestra)
Questo
test è stato eseguito con l’intento di verificare, in condizioni controllate,
la qualità dei risultati che Imagold® offre; in particolare si è
cercato di valutare l’influenza dell’angolazione della
ripresa e della risoluzione dell’immagine.
Sono
state realizzate riprese fotografiche con una camera digitale, ed eseguite una
serie di misure tramite un distanziometro laser portatile; i risultati sono
stati infine valutati criticamente, sia dal punto di vista della precisione ottenibile che da quello
dell’economia del rilievo.
La
chiesa di S.Maria al Carrobiolo, in Monza, fu ricostruita nella prima metà del
Settecento sulla base di una analoga chiesa non più
agibile. In quell'occasione venne ricostruito anche
l'annesso convento degli Umiliati, sulla cui fronte in mattoni a vista si apre
il portale di Giovanni Ruggeri, contenente nel fastigio un busto di San Paolo,
opera di Elia Vincenzo Buzzi (1731); questa facciata è stato nostro banco di
prova.
Fotocamera
digitale
Nikon Coolpix880, dotata di sensore CCD da 1/1.8” ad alta densità di pixel
(3.34Mpixel), in grado di offrire una risoluzione fino a
2048x1536 pixel; obiettivo F8-20mm (equivalente a 38-95mm sul formato 35mm). Memorizzazione immagini in formato JPEG o TIFF, su scheda di
memoria CompactFlash Card da 16Mb.
Treppiedi per
fotocamera e distanziometro: la ridotta massa della fotocamera usata (circa 350
g. completa di batteria) ha consigliato, se non imposto, l’impiego di un treppiedi: un apparecchio leggero non è infatti in grado
di ammortizzare in modo efficace le leggere vibrazioni di cui inevitabilmente
soffre anche la mano più ferma.
Distanziometro
portatile
laser Disto® L
La facciata in
questione è rivolta verso ovest, e nella sua parte inferiore è ombreggiata da
un corpo di fabbrica più basso, posto immediatamente a sud ed adiacente alla
facciata stessa; questa disposizione causa la presenza di ombre
pronunciate, che rendono la scena abbastanza difficile dal punto di vista
fotografico (forte contrasto della scena).
Per
poter quindi ottenere immagini ben leggibili, le riprese sono state eseguite
nel primo pomeriggio di una giornata coperta, con sole velato e luce diffusa:
in queste condizioni ci si è potuti tranquillamente affidare all’esposimetro,
lasciando che la fotocamera funzionasse in modalità
completamente automatica.
La
sola regolazione imposta è stata la lunghezza focale dell’obiettivo zoom,
regolato sulla lunghezza focale di 8mm (posizione W, equivalente ad un 38mm sul
formato fotografico 35mm).
Sono
state prese fotografie da due diverse posizioni:
Pos.
A: distanza media 16.50 m, ripresa angolata di circa 30° rispetto alla normale
Pos.
B: distanza circa 9m, ripresa perpendicolare alla facciata
Immagini riprese:
La
fotocamera utilizzata consente di riprendere immagini con diverse risoluzioni,
e con un numero variabile di colori. Abbiamo valutato due risoluzioni, la più
alta disponibile e quella appena inferiore, utilizzando però sempre il massimo
numero di colori disponibile: la presenza dei colori risulta
infatti molto efficace nella interpretazione dei particolari, e una buona
qualità cromatica dell’immagine aiuta molto.
Nella
tabella si riassumono le diverse regolazioni scelte per le riprese dalle due
posizioni; i termini “Hi-res” e XGA definiscono i due differenti livelli di
qualità dell’immagine:
Posizione
ripresa |
Dimensioni
immagine (pixel) |
Colore
(bit) |
Stampa
equivalente (300dpi) |
Dimensione
file (jpg) |
Pos.
A |
Hi-res
1536x2048 |
24bit |
13x18cm |
1.1Mb |
|
XGA 768x1024 |
24bit |
6.5x8.7 |
0.39Mb |
Pos.
B |
XGA 768x1024 |
24bit |
6.5x8.7 |
0.39Mb |
Misure di appoggio:
Riportiamo
a lato l’eidotipo tratto dagli appunti di campagna: il confronto con una delle
immagini riprese chiarisce il lavoro fatto.
Lo
strumento di misura utilizzato (un distanziometro laser portatile) ha imposto
di misurare distanze fra elementi che offrissero
almeno una superficie perpendicolare al raggio laser, in modo da poter
visualizzare lo spot rosso di riferimento. Sono state così misurate le distanze
fra gli stipiti del portone, fra terra e l’infradosso dei davanzali, i sottogronda, le distanze fra le lesene, anche in vista
dell’utilizzazione del metodo di raddrizzamento geometrico.
Trasferite le
immagini sul computer, tramite il software fornito dal produttore della
macchina fotografica, il lavoro con Imagold® si è svolto in una
successione logica di operazioni:
apertura di un nuovo
lavoro ed attribuzione di nome
associazione
al lavoro delle immagini da utilizzare
apertura
dell’immagine
inquadramento (definizione
dei vincoli)
calcolo
dell’immagine raddrizzata
individuazione
delle misure note e scalatura dell’immagine raddrizzata
acquisizione
delle misure di controllo
I
passi da a sono stati ripetuti per tutte e tre le immagini utilizzate;
descriviamo questi passaggi in dettaglio.
Inquadramento
della facciata (punto ):
Abbiamo
scelto il metodo di raddrizzamento geometrico, dato che la strumentazione usata
per le misure in campagna non consente il calcolo di coordinate ma solo di
distanze.
Nell’immagine
riprodotta qui a lato è stato messo in evidenza lo
schema utilizzato per eseguire l’inquadramento della facciata.
Come
vincoli verticali abbiamo scelto gli spigoli delle
lesene, ben visibili in fotografia; come vincoli orizzontali, i fili inferiori
delle cornici marcapiano ed il filo superiore delle lastre in pietra al piede
della facciata.
Al
termine, è stato lanciato il calcolo del raddrizzamento (punto
)
Individuazione
delle misure note e calcolo
scalatura (punto )
Nell’immagine
successiva si possono individuare (linee rosse) le misure che sono state
utilizzate per la scalatura dell’immagine; le misure possono essere
rintracciate nell’eidotipo già riportato, ma per comodità le
si vedano nella tabella seguente:
Descrizione |
Misura (m) |
Quota
sottogronda |
10.52 |
Quota
filo inf. Davanzale 1°p. destra |
6.00 |
Distanza
fra filo sinistra lesena 1 e filo sinistro lesena 4 |
9.02 |
Distanza
fra filo destro lesena 3 e filo sinistro lesena 4 |
3.62 |
Acquisizione
delle misure di controllo (punto :
Sulla
stessa immagine già utilizzata, possiamo ora individuare (in colore blu) le
linee che rappresentano le distanze che abbiamo misurato per controllo.
Sull’eidotipo
riportato nelle pagine precedenti si possono rintracciare le misure rilevate.
Sono
di tre tipi: raster, vettoriali,
analitici (modello iconometrico).
Gli
elaborati raster sono le immagini provenienti dal calcolo di raddrizzamento,
esportabili nei formati grafici:
-
JPEG/JFIF (*.jpg, *.jif, *.jpeg)
-
PortableNetwork Graphics (*.png)
-
Tagged Image
File Format (*.tif, .tiff)
-
Windows Bitmap (.bmp).
Gli
elaborati vettoriali sono i disegni provenienti dalla digitalizzazione, esportabili
nei comuni formati DXF (*.dxf v.14 e v.2000), DWG (*.dwg v.14 e v.2000) ed Arc+
(*.iii).
Imagold®
dispone delle comuni primitive grafiche (linea,
polilinea, poligono, rettangolo, quadrato, arco, cerchio, testo...) e dei
comandi necessari per l’inserimento, l’editing (colore, spessore, campitura)
nonchè della possibilità di disporre gli elementi grafici su diversi layer.
Nella pagina seguente è riportato un esempio parziale di vettorizzazione
eseguita sulla facciata appena raddrizzata.
Restituzione vettoriale parziale
eseguita con le funzioni di digitalizzazione disponibili in Imagold®;
la restituzione finale, eseguita in scala 1:50 è
risultata molto soddisfacente.
Nella
tabella seguente illustriamo il confronto fra le misure “originali” e le stesse
eseguite sulle tre foto utilizzate nella prova: è un confronto interessante.
Si
nota per esempio che le foto riprese dalla posizione A (angolata di 30°), con diverse
risoluzioni, forniscono risultati diversi e, come c’era da aspettarsi, la foto
migliore è quella a più alta risoluzione.
Però
la risoluzione non è tutto; infatti, confrontando i
risultati della foto presa da B
(posizione perpendicolare, ma foto a bassa risoluzione) si nota che si
raggiunge una precisione paragonabile ed in alcuni casi superiore a quella
ottenuta con la foto ad alta risoluzione (ma angolata), anche tenendo conto
della distanza di ripresa inferiore.
|
Rilievo |
Foto da pos. A alta risoluzione |
Foto da pos. A bassa risoluzione |
Foto da pos. B bassa risoluzione |
||||||
|
Misura (cm) |
Misura (cm) |
Scarto % |
Scarto
(cm/m) |
Misura (cm) |
Scarto % |
Scarto
(cm/m) |
Misura (cm) |
Scarto % |
Scarto
(cm/m) |
Larghezza portone |
164 |
162 |
0.122 |
1.22 |
161.0 |
0.183 |
1.83 |
162.5 |
0.091 |
0.91 |
Altezza portone |
321 |
317.5 |
0.109 |
1.09 |
314.5 |
0.202 |
2.02 |
317 |
0.124 |
1.24 |
Larghezza facciata
da filo SX a filo DX |
902 |
899.5 |
0.027 |
0.28 |
898.5 |
0.038 |
0.39 |
900 |
0.022 |
0.22 |
Quota filo inf. davanzale 1°p. sinistra |
610 |
606.5 |
0.057 |
0.57 |
606.5 |
0.057 |
0.57 |
609 |
0.016 |
0.16 |
Quota filo inf. davanzale p.t. destra |
196 |
193.5 |
0.127 |
1.27 |
192.5 |
0.178 |
1.78 |
194.5 |
0.076 |
0.76 |
Alcuni
risultati possono sembrare scorretti, dato che forniscono
scarti % diversi per misure simili; va tenuto conto però di quanto detto in
precedenza: la fotocamera utilizzata non è stata progettata per impiego
metrico, e la distorsione dell’obiettivo varia all’interno del campo
inquadrato.
In conclusione...
Questa
prova risulta soddisfacente
dal punto di vista metrico, in quanto appare che, rispettando le condizioni,
i vincoli e i limiti d’impiego di questa tecnica:
-
ci si può aspettare una precisione tutto sommato elevata,
intorno all’1% della distanza che si misura e talvolta migliore
-
la precisione è influenzata più
dalla geometria della ripresa che dalla risoluzione dell’immagine; in altre
parole le immagini decentrate di 30° hanno fornito risultati paragonabili a
quelli forniti da una immagine centrata, al prezzo però di una risoluzione
doppia
-
a pari risoluzione, meno ci si
discosta dalla normale alla facciata, maggiore è la precisione
Non
si deve trascurare infine che comunque, allontanandosi
dalla perpendicolare, assume sempre maggior rilevanza l’errore di posizione
(parallasse), che non può essere corretto in alcun modo.
La
valutazione è pure soddisfacente dal
punto di vista economico: il tempo impiegato per il rilievo e la
restituzione non ha superato le 6 ore complessive di lavoro di una persona,
suddivise fra rilievo vero e proprio (1.5 ore di misure e fotografie) e
restituzione, con il vantaggio di poter eventualmente integrare in futuro
quanto già restituito con altre misure, senza necessità di tornare in campagna.